Sono della razza
di quelli che non cedono
se non hanno prima bevuto la feccia
della tazza.
Sono del partito
di quelli che non si arrendono
se non annusano l’acre sudore
del fallito.
Questi cavalli appena liberati dal giogo
impazziti di corsa e di aria
non si accorgono di recinti e corde.
Inutile avvertirli di ben altra prateria.
Fino a quando la tua attesa?
A quando la mia resa?
Nati nel buio
vorremmo accontentarci della penombra,
e odiare la piena luce.
Ma per fortuna
la vita ci disobbedisce,
sempre.
Che strano presagio:
è forse questa la cosa che nel tuo regno
chiamano
misericordia?