Sarò ad aspettarti qui,
in fondo al binario,
sotto l’arco d’acciaio
in mezzo a gente di vetro.
Mi vedrai, quasi incerto,
mentre cammini
sollevando lo sguardo
dietro la spalla
della ragazza con la pelliccia.
Passerà un secondo, forse due,
dopo avermi trovata.
Non farò un gesto solo,
non lo farai, tu,
per lasciarci il lusso
del tempo,
tutto il tempo, di guardarci
e a me
di vedere
i tuoi occhi,
belli occhi,
cambiare espressione.
Le tue labbra,
belle labbra,
disegnare un sorriso,
lento,
dietro il fumo della tua sigaretta.
Scenderà in me come
un rivolo d’acqua fresca
il movimento languido delle pupille.
Senza bisogno di parole
stabiliremo il contatto.
Non mi spiegherai,
non ti chiederò…
a che servirà?
Tutto si poserà
come nuovo strato di certezza
sulle coltri della memoria.
Sotto l’arco di vetro e di acciaio
noi saremo
insieme,
al tuo ritorno,
nello spazio immenso della mia
attesa: casa tua.